Ugo Foscolo - Opera Omnia >>  Il mio tempo




 

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      Chi medita fra il tacito
saggio orrore di grotte?
E di Giob su le pagine
traggo vigile notte?
E chi in ribrezzo fugge
donde la colpa rugge?.

      Guai! guai! D'ira e giustizia
il Lione passeggia,
le zampe e i labbri insanguina
entro splendida reggia,
e all'universo folle
un regicidio estolle.

      Tutto imperversa: ingemina
il nitrir de' cavalli,
mentre fra bronzi orrisoni
rimbombano i timballi,
e infurïata guerra
cittadi sfianca e atterra.

      Ma qual candida Vergine
in puro manto ascosa
fra gli orrori dell'eremo
in grembo a Dio riposa,
e il volto ingenuo copre
rimpetto a orribil opre!

      Vien meco, o Eletta, a piangere
il soqquadrato mondo,
ch'ode gli eterei fulmini,
e corre furibondo
a trar suoi giorni eterni
ne' spalancati Averni.

      Vieni: e stringendo in lagrime
l'insanguinata Croce,
a Dio manda fra 'l gemito
pietosa innocua voce,
mentr'io per l'orbe intanto
di terror spargo un canto.

      Vedilo! È Dio che l'aere
sol con un braccio occupa,
ed accigliato spazia
entro tuonante e cupa
carca di piaghe nube,
mentre ai fulmini iube.

      Forse avverrà che al flebile
suono di tue parole
a noi s'apra più splendido
di sua pietate il Sole,
e dall'olimpio trono
spanda mite perdono.

      Già di sterminio l'Angelo
su Morte accavalcato
punìa dell'empia Ninive
il delitto ostinato;
già vibrava furente
su lei brando rovente;

      ma al suoi sparsa di cenere
penitenza prostrosse,
e squallida di Jehova
l'augusta ira rimosse,
ed arrestò la mano
al Feritor sovrano.



EDIZIONE DI RIFERIMENTO: "Ugo Foscolo - Opere - Tomo I", edizione diretta da Franco Gavazzeni, Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli, 1974







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